di Santeria Milano
La nostra prima estate in Versilia
e un’intervista al nostro bagnino.
Non sapevamo cosa volesse dire aprire uno stabilimento balneare fino a quest’estate. È vero, abbiamo già esperienza nel campo societario, ma la realtà di un bagno è molto diversa. Confrontarsi con un’idea di spiaggia così legata a quella che è la vacanza italiana per eccellenza è un progetto complesso, soprattutto se arrivi dalle nebbie di Milano per vedere il mare della Versilia.
Meta del turismo estivo italiano, la Versilia è una lingua di terra protetta da mare e monti, cerca di accontentare tanti pubblici diversi: da chi vuole immergersi nella natura silenziosa scalando le Apuane a chi preferisce la tintarella e le passeggiate sul litorale. Anche se, alla fine, non è propriamente la Versilia a voler attirare a sé i vacanzieri, quanto la cultura radicata in questo lembo di terra a rappresentare un chiaro invito al turismo estivo, soprattutto italiano, soprattutto con una forte accezione culturale. Se poi questo invito venga colto, lo capiremo più avanti.
Pietrasanta è stata la città natale di Carducci, la casa di Botero, ma anche luogo del soggiorno di D’Annunzio, che ispirato dai paesaggi della villa in cui alloggiò scrisse La pioggia nel pineto. Puccini compose alcune delle sue opere liriche a Torre del Lago, mentre Forte dei Marmi ci riporta nell’83 con Vanzina e la celebrazione dell’estate italiana. Un quadro, quello della Versilia, che resta ancorato al passato e i cui luoghi fotografano un tempo che sembra ancora attuale e pare non scorrere alla stessa velocità del resto della costa.
Proprio in questo limbo senza tempo si colloca Santeria Belmare, la nostra prima estate in Versilia. Milano pianta l’ombrellone sulla sabbia dorata di Lido di Camaiore, un’evasione temporanea, un’estensione permanente. Abbiamo voluto coltivare quella fotografia della vacanza italiana, raccontata così bene dagli scatti di Ghirri e renderla ancora tangibile, celebrando questo mito del passato attraverso oggetti, artefatti e stili tipici dell’epoca fordista.
A maggio abbiamo iniziato a muovere i primi passi, aprendo le porte di Santeria Belmare, destreggiandoci tra tende, ombrelloni, ristorante, bar e una grande terrazza. Portare lo spirito di Santeria in un luogo nuovo e sconosciuto, questa la sfida.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Federico, il bagnino che ci ha accompagnati per tutta la stagione e ci ha raccontato qual è secondo lui il nostro obiettivo in Versilia.
Da quanti anni fai il bagnino?
Da sempre. Sono cresciuto con il mare. La mia famiglia aveva un bagno da 90 anni. Ufficialmente ho lavorato come bagnino dall’84, con qualche anno di stop, ma ho trascorso più di 25 anni sul mare.
Sempre a Lido di Camaiore, dove ti abbiamo conosciuto?
No, inizialmente ero a Marina di Pietrasanta, lavoravo proprio nello stabilimento balneare di famiglia. Poi mi sono spostato dopo un periodo di fermo in cui ho lavorato nell’ambito della cantieristica navale.
Insomma, non hai mai abbandonato le onde. In questi anni com’è cambiato il turismo?
Gli anni d’oro della Versilia sono stati tra gli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘90, la zona era un punto di ritrovo per tutta l’Italia. Una vera e propria fioritura della costa, che richiamava turisti interessati a vivere la loro esperienza di vacanza italiana tra spiaggia e divertimento. Erano gli anni della Bussola e della Capannina, dei pub, delle enoteche e delle discoteche sempre aperte. Quegli anni sono stati una fortuna, che purtroppo non è stata tenuta viva. Gran parte della Versilia non è stata in grado di anticipare i tempi e coltivare una proposta di intrattenimento che potesse mantenere quel pubblico, che piano piano si è spostato sull’altra costa.
E il turismo di oggi da dove arriva?
Oggi abbiamo più fiorentini, pratesi, pistoiesi (che magari hanno una seconda casa in zona), siamo meno frequentati dalle regioni più a Nord o al Sud dell’Italia, che si rivolgono altrove. Sarebbe poi da fare un discorso a parte per le zone di Forte dei Marmi o in parte anche di Viareggio; la prima propone però un modello difficilmente replicabile in tutta la zona, forse impossibile.
Come si potrebbe invertire la rotta secondo te?
C’è uno spazio, quindi, in cui Federico spera che Santeria si inserisca. Uno spazio di azione per provare a dare un volto fresco alla Versilia, recuperando anche quel pubblico che ormai si sente distante da questi luoghi. La speranza è che la Versilia torni ad avere quella vocazione internazionale e culturale che ha sperimentato nel periodo di Bernardini, che tra l’altro dà anche il nome al viale in cui ci collochiamo come Santeria Belmare.
È stata una stagione di prime volte, non solo per noi; battezza la sua esperienza in Versilia anche La Prima Estate, che con la sei giorni di festival ha iniziato a riempire questo vuoto culturale animando il parco BussolaDomani e gli spazi di Santeria Belmare con alcuni talk. Una collaborazione che ha dato il via alle danze e portato artisti internazionali sulla nostra terrazza per una colazione in compagnia. Ravvivare e forse ringiovanire con proposte culturali che possano arricchire quella che è l’esperienza estiva in Versilia: questo l’obiettivo. L’abbiamo rincorso facendo la cosa che ci viene meglio: gli eventi. Dalle presentazioni ai poetry slam, dallo yoga al jazz, dai dj set a una rassegna come quella di Tiki Pop Belmare, in cui abbiamo coinvolto anche realtà milanesi come Rita’s Tiki Room e tanti artisti nazionali.
Mossi dall’idea, dal sogno di poter contribuire a questa inversione di tendenza, torniamo a lavorare sul nostro prototipo di vacanza italiana. Salutiamo il mare, mettiamo l’ultima canzone della stagione sul jukebox e iniziamo a preparare la prossima estate, la nostra seconda estate in Versilia.